Ferrario Fréres

website: www.ferrariofreres.it

STILLICIDI @ Fabrica Fluxus

Ferrario Fréres formed in ’90. They live and work between Bergamo and Milano. One of the fundamental features of the group is the “fluency”, as its intention is to overcome the individual way of making art, though it is congenial to the art system. In the Ferrario Frères group there’s not a predominant individuality. Even in the act of the conception of the idea, proper of the genius, the group seems to work under a sympathetic intuition. Ferrario Frères is an open project and it often avails of short-time partnerships.

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l gruppo si forma a metà degli anni ’90. I componenti vivono e lavorano tra Milano e Bergamo. La composizione del gruppo è caratterizzata dalla fluidità. Si costituisce nella pratica del superamento dell’individualità congeniale tuttavia al sistema dell’arte. Non esiste all’interno alcuna individualità predominante. Persino il momento dell’ideazione, tanto caro alla fisiologia dell’uomo di genio, viene sottomesso a una sorta di intuizione simpatetica. Il gruppo è aperto nella sua composizione e si avvale anche di collaborazioni di breve periodo.

ARTWORKS
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“We looked at them,
they look at us (cat)”

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 “We looked at them,
they look at us (Dog)”

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 “We looked at them,
they look at us (pig)”

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WE LOOKED AT THEM THEY LOOK AT US

“Tecniche di riciclo mediatico”

Parliamo della zoologia divulgativa. Quella la cui conoscenza è parte del bagaglio minimo culturale dell’individuo funzionale alle relazioni sociali all’interno della società post- industriale. Questa conoscenza permette anche di accedere ai prodotti di consumo utili alla gestione della posizione sociale dell’individuo. L’attenzione a questo punto è da porre sul meccanismo che si innesca a partire da ciò. Se la conoscenza è basata sull’informazione bisogna comprendere quel che caratterizza questo tipo di informazione: l’immagine. È questo il condensato dell’informazione su cui si struttura il normale retroterra culturale dei nostri tempi. Che siano immagini che riproducono fotograficamente il reale o immagini di natura letteraria su cui si articola l’esotismo che correda ogni merce,poco importa. Poiché il tutto serve per dare le convenzioni visive che articoleranno il rapporto dell’uomo mediatico con la realtà che lo circonda. Si è scelto così di lavorare sulla produzione iconica che ne consegue. E su un tipo particolare di essa: le immagini possedute. Quelle che compongono il privato “Cabinet de Curiosités” dell’individuo. E’ importante definire la fonte, il meccanismo che sta all’origine di questa produzione. Essa è il desiderio di possedere simulacri di creature del regno animale, prodotte dal singolo o acquistate, che vadano al di là dell’ansia di conoscenza da divulgazione. Un esercizio di possesso su cui strutturare e soddisfare i desideri e limitare i disastri dell’ansia. Cosa che comporta la presenza del sentimento nel rapporto tra immagine e individuo che possiede l’immagine stessa. Se lo spazio di diffusione mediatico a cui è soggetto il regno animale si può definire ambito pubblico in quanto è condivisibile con altri spettatori o utilizzatori, quello dell’immagine posseduta diviene l’ambito privato. Il lavoro si limiterà quindi al privato, e, di riflesso, riguarderà il sentimento e, poiché il contatto tra ragione e sentimento si connette necessariamente all’ambito estetico, la tecnica di produzione finirà col situarsi nell’artistico. Soggette anche esse al consumo come una merce qualsiasi, il loro fine sarà la trasformazione da oggetto d’uso in rifiuto. Non perché usurate a punto tale da non permettere più l’esercizio della loro funzione, ma perché è venuto meno il bisogno che dovevano soddisfare o il possesso di chi ne aveva la proprietà. Il rifiuto ha in potenza nuovi possessi e nuovi bisogni. Permette un’ulteriore lavoro di trasformazione attraverso il riciclo. La cultura di massa è bricolage, qualcuno, ravvedendovi il prodotto di una sedimentazione ,la definiva “cultura mosaico”. Si articola quindi sulla scelta casuale o dettata da ragioni di opportunità di elementi della cultura di massa ,unità, che pervadono lo spazio delle comunicazioni di massa.L’insieme di elementi che l’individuo riesce a strutturare in sistema diviene cultura individuale. Il riciclo opera sulla stessa dinamica, la raccolta e la strutturazione del rifiuto elementare. Si potrebbe affermare che a fronte di una diversa materia prima il prodotto è lo stesso. Il riciclo immette a differenza della “cultura mosaico” un quid di consapevolezza. La scelta della fonte di origine dell’opera di bricolage; deliberatamente viene scelto qualcosa che ha terminato il suo ciclo di consumo. La raccolta darà luogo alla fine ad un insieme di immagini la cui funzione è quella di Bestiario. Un atlante di zoologia domestica limitato ad una classe di organismi. Quella definita dal loro essere appartenute, come immagini private, a un uomo-massa. Senza esagerazioni ci si potrebbe richiamare alla zoologia classica, quella di un Systema Naturae alla Linneo. Sia perché gli manca la componente storicodinamica e si limita alla sola descrizione, sia perché rimanda il tutto a una causa prima. Come potrebbe avere uno sguardo storico un prodotto tipico dei nostri tempi in cui il particolarismo concentra nel tempo e nello spazio la visione dell’individuo? L’opera si può definire anacronistica come un qualsiasi quadro che si diletti in figure di classicità perduta. Il Dio di Linneo invece è qui sostituito dalla causa prima della società della comunicazione di massa , l’intricata rete dell’informazione da consumare. Come un perfetto atlante, il Bestiario ha bisogno che ogni immagine divenga icona è questo è ottenibile attraverso la decontestualizzazione del soggetto primo dell’immagine. La separazione della figura dallo sfondo permette la misurabilità. Questa zoologia è mediatica per la tipologia della dinamica attraverso cui viene costruita, è intima per il riflesso che sposta l’impudica curiosità del nostro sguardo alla muta rassegnazione degli sguardi incoscienti: il mondo ci osserva passare.

 

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